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Medicina ortomolecolare: uso mirato dei micronutrienti

Medicina ortomolecolare: uso mirato dei micronutrienti

Forse hai già sentito parlare di medicina ortomolecolare – almeno quando si tratta di vitamina D, magnesio o acidi grassi omega-3. Ma cosa si nasconde esattamente dietro questo termine, che sta diventando sempre più presente nella community della longevità? E perché spesso non basta andare semplicemente in farmacia e comprare un qualsiasi multivitaminico?
In questo articolo scoprirai cosa significa davvero medicina ortomolecolare, quando può essere utile e come puoi capire in modo mirato di quali micronutrienti il tuo corpo ha realmente bisogno – senza cadere nella trappola del “tanto aiuta tanto".

“Ortomolecolare” – cosa significa?

Il termine “ortomolecolare” deriva dal greco: “ortho” significa “giusto” o “corretto”, “molecolare” si riferisce alle molecole, cioè i più piccoli mattoni del nostro corpo.Il termine fu coniato nel 1968 dal due volte premio Nobel Linus Pauling, che descrisse con esso una medicina basata sul mantenimento di una buona salute e sul trattamento delle malattie attraverso la modifica della concentrazione di sostanze normalmente presenti nell’organismo.

In altre parole: la medicina ortomolecolare utilizza sostanze proprie dell’organismo – vitamine, minerali, oligoelementi, aminoacidi, acidi grassi – e mira a fornirle nella quantità ottimale. Non solo in una quantità tale da evitare appena una carenza, ma in una quantità tale che tutti i processi cellulari possano svolgersi in modo ottimale.
Questo approccio è oggi discusso in particolare nella community della longevità, perché non solo dovrebbe prevenire le malattie, ma anche contribuire attivamente a un invecchiamento sano, a mantenere la salute cellulare e a rafforzare i mitocondri.

Perché la medicina ortomolecolare va oltre le conoscenze classiche della farmacia

La medicina convenzionale classica si concentra spesso sul trattamento delle malattie quando queste si sono già manifestate. I micronutrienti svolgono in questo contesto spesso solo un ruolo secondario – di solito si interviene solo in caso di carenze evidenti come lo scorbuto (carenza di vitamina C) o il rachitismo (carenza di vitamina D).

La medicina ortomolecolare va un passo oltre: non si chiede solo se è presente una carenza, ma se l’apporto è ottimale. Perché tra “non malato” e “ottimamente sano” c’è una grande differenza.

Un esempio: il tuo livello di vitamina D è di 30 ng/ml – clinicamente non preoccupante, ma neppure ideale per la funzione immunitaria, la salute delle ossa e l’umore. Molti studi mostrano che valori compresi tra 40 e 60 ng/ml sono associati a esiti di salute migliori.È proprio qui che entra in gioco la medicina ortomolecolare: non vuole solo compensare le carenze, ma creare condizioni ottimali.

Questo ha un impatto diretto sulle funzioni corporee centrali: energia, funzione cellulare, difese immunitarie e soprattutto sulla salute dei nostri mitocondri – quei minuscoli “generatori” nelle nostre cellule che producono oltre il 90 per cento della nostra energia. Se non sono riforniti in modo ottimale, lo percepisci con stanchezza, difficoltà di concentrazione o una maggiore suscettibilità alle infezioni.

Quando può essere particolarmente utile la medicina ortomolecolare?

La medicina ortomolecolare non è una panacea e nemmeno un sostituto della medicina convenzionale, ma ci sono situazioni in cui può essere particolarmente sensata:

In caso di stanchezza cronica e mancanza di energia: se ti senti costantemente stanco nonostante dorma a sufficienza, le carenze di micronutrienti possono svolgere un ruolo.Le vitamine del gruppo B, il magnesio e il ferro contribuiscono a un normale metabolismo energetico. Anche il coenzima Q10 è associato, negli studi, alla produzione di energia.

In caso di stress immunitario aumentato: Soprattutto nei periodi di forte stress o in caso di infezioni ricorrenti è importante rafforzare le difese immunitarie. La vitamina D, lo zinco, il selenio e la vitamina C contribuiscono alla normale funzione del sistema immunitario. 

Nel contesto dei processi di invecchiamento: I cosiddetti “Hallmarks of Aging” – i tratti distintivi dell’invecchiamento – comprendono, tra gli altri, la disfunzione mitocondriale, lo stress ossidativo e le infiammazioni croniche. I micronutrienti come il coenzima Q10, gli acidi grassi omega-3 e le vitamine del gruppo B, come possibili misure preventive, sono al centro della ricerca.

Anche in chiave preventiva la medicina ortomolecolare ha senso: chi si assicura precocemente un apporto ottimale di micronutrienti investe nel benessere e nella qualità della vita a lungo termine.

Il ruolo dei test: perché misurare è meglio che indovinare

Prima di ricorrere alla cieca agli integratori, dovresti sapere di cosa ha realmente bisogno il tuo corpo. Infatti, mentre alcuni micronutrienti sono considerati relativamente ben tollerati anche a dosaggi più elevati (come la vitamina C o le vitamine del gruppo B), altri possono diventare problematici in caso di sovradosaggio.

Quali valori dovresti farti controllare?

I valori di base importanti sono:

  • Vitamina D (25-OH-vitamina D)
  • Indice Omega-3
  • Ferritina: Un indicatore delle riserve di ferro, particolarmente importante in caso di stanchezza
  • Magnesio: Qui la misurazione intracellulare è più significativa rispetto al valore sierico
  • Zinco e selenio: Rilevanti per la funzione immunitaria e la difesa antiossidante
  • Omocisteina: Un indicatore dello stato delle vitamine del gruppo B e del rischio cardiovascolare

Intracellulare vs. extracellulare: cosa significa?

Un punto importante, spesso trascurato: molti micronutrienti sono necessari principalmente nelle cellule, non nel siero del sangue. Il valore sierico del magnesio, ad esempio, può essere del tutto normale, mentre nelle cellule è presente una carenza.Per questo motivo, per alcuni nutrienti le misurazioni intracellulari sono più significative – tuttavia, queste vengono offerte solo da laboratori specializzati.

Dove e come puoi fare i test?

  • Dal medico di base: Molti valori di base sono coperti dall’assicurazione sanitaria, soprattutto se sono presenti sintomi.
  • In laboratori specializzati: Per profili di micronutrienti più completi, spesso come prestazione a pagamento.
  • Auto-test a casa: Nel frattempo esistono buone opzioni, come il test della vitamina D, il test degli omega-3 o test della ferritina tramite puntura del dito.

Un test ti dà chiarezza e ti evita di spendere soldi per integratori inutili o addirittura di rischiare danni dovuti a un sovradosaggio.

Quali micronutrienti sono particolarmente al centro dell’attenzione della medicina ortomolecolare?

Nella medicina ortomolecolare ci sono alcune “star” tra i micronutrienti, di cui si discute particolarmente spesso – e per una buona ragione:

Vitamina D: molto più di una semplice vitamina per le ossa. La vitamina D è un ormone che svolge un ruolo in quasi tutte le cellule del corpo. Contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario, al mantenimento della normale funzione muscolare e delle ossa, nonché alla normale divisione cellulare. Proprio alle nostre latitudini una carenza è molto frequente e per questo si ricorre spesso a gocce di vitamina D o a capsule di vitamina D.

Vitamine del gruppo B: in particolare vitamina B6, B9 (folato) e B12 contribuiscono a un normale metabolismo energetico e al normale funzionamento del sistema nervoso.Sono inoltre coinvolti in processi come la sintesi del DNA e la metilazione. Un livello elevato di omocisteina può essere associato a una carenza di vitamine del gruppo B ed è discusso negli studi in relazione a malattie cardiovascolari e neurodegenerative.

Magnesio: Il magnesio è coinvolto in numerose reazioni metaboliche e contribuisce alla riduzione di stanchezza e affaticamento, alla normale funzione muscolare e al normale funzionamento del sistema nervoso. Un fabbisogno aumentato può verificarsi in caso di stress cronico, intensa attività fisica o a causa di determinati farmaci. Tra i consumatori sono popolari le capsule di magnesio L-treonato o un complesso di magnesio.

Acidi grassi omega-3 (EPA e DHA): EPA e DHA contribuiscono alla normale funzione cardiaca, inoltre il DHA contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale e della capacità visiva.Gli studi mettono in relazione un indice di Omega-3 più elevato con le prestazioni cognitive e la salute cardiovascolare. Capsule Omega 3 da olio di pesce sono quindi tanto popolari quanto Omega 3 vegano da olio di alghe.

Zinco e selenio: Entrambi i micronutrienti contribuiscono alla normale funzione del sistema immunitario e aiutano a proteggere le cellule dallo stress ossidativo. Lo zinco è coinvolto in numerosi processi enzimatici, mentre il selenio è componente di enzimi antiossidanti come la glutatione perossidasi.

Vitamina C: Un potente antiossidante che viene consumato particolarmente rapidamente in caso di stress ossidativo. Ad alte dosi per via endovenosa viene persino utilizzato nella terapia oncologica complementare.

Coenzima Q10: Il coenzima Q10 svolge un ruolo nella produzione di energia mitocondriale.Con l’aumentare dell’età, la produzione endogena diminuisce, motivo per cui una supplementazione con capsule di coenzima Q10 può essere particolarmente utile soprattutto dopo i 40 anni.

Acido alfa-lipoico: Un antiossidante versatile, sia liposolubile che idrosolubile. Nella ricerca viene discusso in relazione allo stress ossidativo e ai processi metabolici.

Conclusione: La letteratura scientifica indica chiaramente che questi micronutrienti, in combinazione, forniscono contributi importanti per la cellula e vengono discussi in relazione alla funzione mitocondriale e a un invecchiamento sano.

Dobbiamo prenderli tutti? La questione del fabbisogno individuale

Ora forse ti stai chiedendo: devo ora supplementare tutti questi micronutrienti? La risposta breve: no.

La supplementazione ha senso quando:

  1. È presente una carenza dimostrata.
  2. Esiste un fabbisogno aumentato (z.Bad es. a causa di stress, sport, malattia, determinate condizioni di vita).
  3. L’apporto tramite l’alimentazione non è sufficiente (z.Bad es. vitamina D nell’Europa centrale).
  4. Si punta a un’ottimizzazione preventiva nel contesto della longevità.

È importante comprendere la curva d’azione a forma di U: Sia una carenza che un eccesso possono essere problematici. Un esempio è il selenio: gli studi mostrano che un apporto insufficiente è associato a una funzione immunitaria ridotta, mentre un’assunzione troppo elevata comporta rischi per la salute. Lo stesso vale per le vitamine liposolubili come A, D, E e vitamina K.

Ecco perché è così importante conoscere il tuo stato individuale e integrare in modo mirato – non con il principio dell’annaffiatoio.


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Consigli pratici per la vita quotidiana: così integri in modo sensato la medicina ortomolecolare

Come metti ora tutto questo in pratica? Ecco alcuni consigli concreti:

  1. Prima l’alimentazione: Un’alimentazione ricca di nutrienti e integrale è la base. Molta verdura colorata, proteine di alta qualità, grassi sani (soprattutto omega-3) e alimenti fermentati forniscono naturalmente molti micronutrienti.
  2. Conosci i tuoi punti deboli: Fai testare i valori più importanti. In particolare vitamina D, omega-3, magnesio e ferritina sono buoni punti di partenza.
  3. Integra in modo mirato: non tutto in una volta, ma in base ai risultati dei tuoi test e alla tua situazione di vita.
  4. Combina in modo intelligente: vitamina D sempre con vitamina K2 (attiva le proteine che distribuiscono correttamente il calcio), magnesio con vitamina B6 (migliora l’assorbimento), ferro non insieme a calcio o caffè (ne inibisce l’assorbimento), omega-3 con pasti ricchi di grassi (migliora la biodisponibilità)
  5. La qualità conta: scegli integratori di alta qualità con buona biodisponibilità. Non tutti i composti di magnesio o le forme di vitamine del gruppo B vengono assorbiti allo stesso modo.
  6. Abbi pazienza: la terapia con micronutrienti non agisce dall’oggi al domani. Concedi al tuo corpo almeno 2-3 mesi di tempo affinché le riserve si riempiano e gli effetti diventino percepibili.
  7. Misura regolarmente: Controlla dopo alcuni mesi se i tuoi valori rientrano nell’intervallo ottimale e, se necessario, adegua di conseguenza.

Medicina ortomolecolare come parte della tua strategia di longevità

La medicina ortomolecolare non è una moda passeggera, ma un approccio scientificamente fondato che mira a fornire al tuo corpo i mattoni di cui ha bisogno per funzionare in modo ottimale. Non sostituisce uno stile di vita sano e non è un lasciapassare per una cattiva alimentazione, ma può essere un’integrazione importante, soprattutto in un mondo in cui lo stress cronico, l’inquinamento ambientale e i terreni poveri di nutrienti sono la norma.

I takeaway più importanti:

  • La medicina ortomolecolare significa un apporto ottimale, non solo compensare le carenze
  • I test prima dell’integrazione hanno senso – «misurare invece di indovinare»
  • Particolarmente importanti: vitamina D, omega-3, magnesio, vitamine del gruppo B, zinco, selenio
  • L’adattamento individuale è decisivo – non tutti hanno bisogno di tutto
  • Contano la qualità, il dosaggio corretto e combinazioni sensate
  • La medicina ortomolecolare è un elemento prezioso per la longevità, ma non sostituisce alimentazione, movimento, sonno e gestione dello stress

Se desideri ottimizzare la tua salute a lungo termine e rimanere vitale fino in età avanzata, vale la pena analizzare il tuo stato individuale di micronutrienti. Il tuo corpo te ne sarà grato – oggi e tra decenni.

Quellen

Literatur:

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